SABATO SANTO - La Via Crucis

I riti della Settimana Santa, corrispondenti liturgicamente al “dramma del Golgota”, negli ultimi anni richiamano sempre più gente nella zona del Vulture.
Sono famosi quelli di Barile, caratteristico paese arbëreshë posto ai piedi del vulcano spento, la cui “Via Crucis” è una delle più antiche ( si ripete ormai da quattrocento anni).
Da qualche anno a questa parte, è diventata una gara fra i vari paesi dell’area vulturina nel dare vita alle rappresentazioni della Passione e Morte di Gesù.
Atella, Forenza, Maschito, Melfi, Rapolla, Ripacandida, Venosa ecc. da diversi mesi prima della Pasqua si impegnano a fare del loro meglio per richiamare, con tale evento storico religioso, il maggior numero di visitatori possibile. E pare che ci stiano riuscendo alla grande, visto i tanti spettatori che accorrono in tale occasione, anche se, in verità, la manifestazione sta perdendo non poco dell’intensa atmosfera di spiritualità religiosa dei tempi passati.
Anche a Rionero in Vulture la tradizionale processione dei “Sepolcri” (“I s’bburc”, come viene chiamata in dialetto rionerese) si ripete secondo un canovaccio consolidato, anche se con alcune modifiche ed adeguamento, da parecchi decenni.
La processione rievocativa della Passione e Morte di Cristo con personaggi viventi (oltre 150) in costumi d’epoca variopinti, si snoda per le principali strade della città, richiamando una folla di fedeli e appassionati di tradizioni popolari provenienti anche da paesi viciniori e dalle regioni limitrofe.

Nella mattinata del Sabato Santo, con partenza dal Centro Sociale “Pasquale Sacco” alle ore 9.30, il lungo corteo dei figuranti in costume d’epoca percorre le vie principali della città, alcune strette e tortuose, tra una imponente e commossa partecipazione di popolo, assiepato ai bordi delle strade, il cui sentimento religioso viene fortemente sollecitato dalla drammaticità della rappresentazione che ripropone le varie fasi degli ultimi giorni della vita terrena di Gesù Cristo.
La “Via Crucis” rionerese viene promossa ed organizzata dalla locale Confraternita di Maria SS. del Monte Carmelo col patrocinio del Comune di Rionero in Vulture, della Regione Basilicata, della Provincia di Potenza e dell’APT della Basilicata.
La rievocazione della “Passione e Morte di Cristo” coinvolge oltre duecento persone fra personaggi in costume d’epoca ed organizzatori. Non è certamente semplice ed agevole mettere assieme tante persone fra bambini, giovani, adulti ed anziani, maschi e femmine, prepararli adeguatamente al proprio ruolo e metterli in ordine nel corteo.
La “Via Crucis” è preceduta, come a Barile) da tre soldati romani a cavallo che con squilli di tromba annunciano il corteo storico religioso, seguiti da alcuni “troccolatori”, bambini che agitano tavolette con parti di ferro che producono suoni metallici ("troccole").
Segue immediatamente un gruppo di bambini e di donne con rami di ulivo e palme che rappresenta la folla osannante all’ingresso di Gesù in Gerusalemme.
Poi i sacerdoti del Sinedrio, Hanna, Caifa e il Sommo sacerdote, accusatori del Cristo scortati dalle guardie del Tempio.
Ancora, Gesù alla colonna con due legionari a fianco, schernito e flagellato dagli uomini.


Poi vengono Simon Pietro e gli Apostoli, gli eletti mandati ad annunciare la buona novella.
Dopo la donna del Sinedrio e l’annunciatrice, Gesù con la canna, “Ecce Homo”, l’umiliazione del Cristo, ironicamente incoronato re dei Giudei.
Segue S. Giovanni Battista, colui che predicò l’imminenza del regno di Dio e battezzò Gesù. E poi, fra le cortigiane, Salomé, la corrotta e dissoluta, causa della morte del Battista, seguita da Erode ed Erodiade con i dignitari di corte, simboli del potere assoluto. Ancora i farisei, custodi dell’ortodossia religiosa ed accusatori di Gesù, che fecero liberare Barabba e condannare il Cristo.
Poi il traditore di Gesù, Giuda e il personaggio della Tentazione, emblema della dannazione eterna che si è impossessato di Giuda. E ancora Malco, colui che schiaffeggiò Gesù, incappucciato e legato da funi con le quali si batte e fustiga la folla.
Seguono i legionari con signifero e con timpano che rappresentano la forza militare di Roma. Ancora, Ponzio Pilato con quattro pretoriani, la moglie e le ancelle, in rappresentanza del potere di Roma.


Secondo quanto raccontano i Vangeli non mancano, fra le altre, le figure della Madonna, le Pie Donne con la statua della Addolorata, Simon Pietro, S. Giovanni, S. Giacomo, Santa Marta, la Samaritana, la Veronica, Giuseppe di Arimatea (l’uomo buono e giusto che prese in consegna il corpo di Gesù morto), Nicodemo, i due ladroni posti ai lati di Gesù in croce, Simone di Cirene, le donne della deposizione col lenzuolo in cui fu avvolto il corpo di Gesù (la Sacra Sindone).
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Personaggi che non fanno parte della tradizione cristiana sono il "Moro" con i "Moretti" e, soprattutto, la "Zingara" carica di oro, guardata a vista da alcuni carabinieri, la quale ancheggia beffarda e sbeffeggia il Cristo sofferente che avanza lentamente, con una lunga catena legata al piede, sotto il peso di una grande croce.



Gesù è il personaggio chiave dell’intera rievocazione del dramma del Golgota, che assume su di sé i peccati del mondo.
Lungo il lento e mesto percorso il Cristo cade tre volte, fra la profonda e intensa commozione dei presenti, oltre all’incontro drammatico con la madre affranta dal dolore.
Ma il momento clou, di maggiore drammaticità e pathos, viene raggiunto nel corso della Crocifissione, che avviene verso le ore 13.00 presso giardino del Centro Sociale, seguita dalla deposizione di Gesù Morto e dallo straziante pianto della Madonna ai piedi della croce.

- Testo a cura del dott. Francesco Stanzione, sulla base di informazioni tratte dal web.
- Foto (1) a cura di Stefano Torrione, foto (2-5) tratte dal sito http://www.ciao.it, foto (6-17) a cura di A. e G. Taddeo.